La frenata del Dragone: analisi per industria delle importazioni cinesi

I dati relativi ai primi nove mesi del nuovo anno segnalano come la ripresa del Dragone stia ancora arrancando

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Il monitoraggio dei dati di commercio internazionale delinea un situazione congiunturale ancora in forte rallentamento, come documentato nell’articolo Frena la domanda mondiale di beni: quale profilo geografico e settoriale.
In questo quadro, la Cina appare come il paese “worst performer”, evidenziando ampie flessioni delle proprie importazioni. La figura seguente permette di evidenziare in modo chiaro tale dinamica, riportando le variazioni tendenziali mensili in dollari dei dati sulla Cina elaborati da ExportPlanning e dal Central Planning Bureau, istituto che a sua volta raccoglie ed elabora le informazioni sugli scambi internazionali di beni.

Fig.1 - Variazioni tendenziali a prezzi correnti delle importazioni cinesi
(confronto CPB - ExportPlanning)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Appare evidente come entrambe le misure riportate siano molto simili fra di loro, a certificare la robustezza dei fenomeni in atto. Come evidenziato dal grafico, a partire dal mese di novembre 2022, le importazioni del Dragone si posizionano saldamente in territorio negativo, con flessioni a doppia cifra.

Particolarmente informativo risulta la serie delle variazioni a prezzi costanti delle importazioni cinesi, depurate cioè dalle modificazioni di prezzo e di cambio.

Fig.2 - Variazioni a prezzi costanti delle importazioni Cinesi

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Le variazioni a prezzi costanti sono più contenute di quelle nominali, testimoniando come le flessioni a doppia cifra in dollari correnti siano riconducibili, in parte, alla riduzione dei prezzi, che sta interessando soprattutto le materie prime. Ad ogni modo, le importazioni cinesi in quantità permangono in territorio negativo, mostrando una sostanziale continuità con i dati 2022. Sulla base delle pre-stime 2023 ExportPlanning , la Cina è infatti attesa chiudere l’anno con una flessione del -3.3% in quantità, dato in linea a quanto atteso dal Fondo Monetario Internazionale, che stima una contrazione del 3% in volume.
Si tenga in considerazione che la Cina ha chiuso anche il 2022 in territorio negativo, penalizzata dalle chiusure imposte dalla politica zero-Covid; i maggiori commentatori internazionali si aspettavano quindi per il 2023 una robusta ripresa. Tale recupero non solo non sembra concretizzarsi, ma aumentano i timori sul perdurare di una fase di sostanziale debolezza della domanda.

Alla luce di quanto osservato è interessante analizzare quali settori rallentano maggiormente. Il grafico che segue posiziona le diverse industrie dell’import cinese, ponendo sull’asse delle ordinate la variazione tendenziale registrata fra i primi nove mesi del 2023 e lo stesso periodo dello scorso anno, e sull’asse delle ascisse la variazione tendenziale annua relativa al 2022 sul 2021. Il confronto fra le due è stato introdotto al fine di identificare quei settori che nel 2023 hanno ulteriormente rallentato rispetto all’anno precedente; la grandezza delle ball è proporzionale al valore delle importazioni cinesi in dollari nel 2022.

Fig.3 – Importazioni cinesi per industria: variazioni a prezzi costanti

Posizionandosi con il mouse sul cerchio che identifica un'industria è possibile visualizzare una tabella che riassume i dati relativi alle variazioni tendenziali dell'industria selezionata

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning - Datamart Congiuntura Mondiale

Le materie prime (A1 e A2) confermano le difficoltà dello scorso anno, senza tuttavia aggravarle.
Anche i beni di investimento si mantengono sulle variazioni registrate nel 2022, evidenziando come le politiche di investimento delle imprese locali non sembrano ancora in ripresa.
In caduta più ampia tutti i beni di consumo, con l’unica eccezione dei Prodotti e Strumenti per la salute (E4), sintomo di un contesto sanitario non ancora privo di rischi.

A registrare le flessioni più significative sono soprattutto i beni intermedi, testimoniando le difficoltà del manifatturiero e politiche di acquisto più prudenziali da parte delle imprese. Fra tutti, il comparto che sta trascinando la performance negativa dell’intera industria è quello delle Componenti elettroniche. Il risultato è da ricondursi agli effetti dello scontro tecnologico Washington-Pechino, e al processo di decoupling in essere tra le due sponde del Pacifico. Le importazioni cinesi di Componenti Elettroniche si sono infatti ridotte e tale fenomeno ha interessato tutti i principali fornitori del paese, nell’ordine Taiwan, Corea del Sud, Vietnam e Malesia.

Fig.4 - Importazioni cinesi di componenti elettroniche

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Parallelamente, d'altro canto stanno progressivamente crescendo le esportazioni di Componenti Elettroniche di Taiwan dirette verso l’area Messico+Stati Uniti.

Fig.5 - Importazioni MEX+USA di componenti elettroniche da Taiwan

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Conclusioni

Il recupero dell'economia cinese sembra avere ancora un carattere di elevata fragilità e pone seri interrogativi sul pattern futuro della crescita economica del paese del Dragone, segnata da sfide di breve e lungo periodo. È sempre più significativa la rilevanza che il “nodo cinese” rappresenta nella possibile futura ripresa della domanda mondiale. Bisogna inoltre sottolineare come l'obiettivo politico del Paese negli ultimi anni è quello di rafforzare la produzione interna, soprattutto nei settori più avanzati, al fine di essere meno esposto alle decisioni geopolitiche dell’Occidente e meno dipendente dalla tecnologia "di importazione".
I prossimi mesi saranno cruciali per capire se il paese del Dragone sta inaugurando una fase di rallentamento strutturale o se troverà la giusta chiave per costruire la crescita del futuro.