Costa Rica e la crescita dell’export di prodotti per la salute

Il Paese si è fatto attrattore di capitali dall’estero per il settore, rendendolo la sua prima voce di export

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Nel corso dell'ultimo ventennio, la piccola nazione latinoamericana del Costa Rica si è distinta per una forte trasformazione del proprio modello di sviluppo, puntando a una vera e propria diversificazione della propria attività economica. Uno dei settori che è diventato simbolo di questa trasformazione è sicuramente quello dei prodotti della salute.
Fino a inizio secolo, la struttura dell’export del Paese risultava, infatti, quasi esclusivamente dipendente da prodotti agricoli, ma negli ultimi due decenni la rilevanza di prodotti ad alta intensità tecnologica del settore scienze della vita (dispositivi medici, biotecnologie e prodotti farmaceutici), si è fatta sempre maggiore.

Fig.1 - Costa Rica: principali settori di esportazione

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Come mostrato dal grafico riportato, nel 1995, gran parte delle esportazioni del Costa Rica era costituito da beni agroalimentari, in primis frutta tropicale e caffè. Da inizio secolo si è però assistito a una forte crescita delle esportazioni di dispositivi e attrezzature mediche, farmaci ed elettromedicali, tanto che queste voci pesano oggi per circa il 35% delle esportazioni totali del Paese.

La crescita del settore diventa particolarmente rilevante se fatta in chiave comparativa con la performance italiana di prodotti per la salute, in particolare elettromedicali e dispositivi medici.

Fig.2 - Dispositivi medici: Export Italia vs Costa Rica


Fig.3 - Elettromedicali: Export Italia vs Costa Rica


Tale risultato dipende, in parte, da alcune caratteristiche tipiche del Costa Rica: da inizio secolo, è cresciuta l'attrattività del Paese per gli investitori internazionali, in particolar modo nel settore delle scienze della vita, integrandosi nelle catene globali del valore soprattutto dell’industria farmaceutica statunitense (dagli USA proviene infatti oltre il 50% degli Investimenti Diretti Esteri, per un approfondimento si veda il link).

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L'attrattività del capitale umano

Sebbene si tratti di un Paese relativamente piccolo, che conta poco più di 5 milioni di abitanti, il Costa Rica non ha infatti eguali rispetto ai paesi limitrofi in termini di stabilità politica e ricchezza di risorse umane. Grazie a una popolazione relativamente giovane, il Paese si caratterizza per una dotazione di capitale umano con buoni livelli di istruzione e bilingue, a seguito della decisione, nel 1949, di abolire il proprio esercito decidendo così di investire gran parte delle risorse pubbliche in istruzione e tutela dell’ambiente.
Oggi, il Costa Rica si distingue per una popolazione con livelli di scolarizzazione pubblica relativamente elevati e un PIL pro capite cresciuto più di 3000$ tra il 2010 e il 2020.

Fonte: ExportPlanning, Country Report, area Reporting Tool.

L'attrattività delle zone economiche speciali

Un secondo fattore che ha fatto da incentivo all’attrazione di capitali dall'estero è arrivato dall’introduzione di Zone Franche soggette a regimi fiscali speciali, che si trovano vicino ai principali centri economici del Paese, dove la dotazione infrastrutturale risulta adeguata. Le imprese che si situano in queste area hanno la possibilità di godere di esenzione pluriennale dal pagamento delle imposte sui redditi d’impresa, se continuano a investire nel Paese, e facilitazioni in materia di investimenti e procedure doganali.

L’economia della Costa Rica sembra aver portato a compimento il processo di trasformazione e diversificazione della propria economia, prima principalmente agricola, vantando importanti attività industriali, in primis nel settore medico-farmaceutico. Il successo del Paese negli ultimi decenni è stato sostenuto dal favorevole contesto in termini di sviluppo umano, rendendo il Paese un unicum del suo subcontinente, condividono ben poco con i paesi vicini. Inoltre, le prospettive economiche dei prossimi anni risultano positive, con una crescita media stimata del PIL del 3.3% nell'orizzonte 2021-2023, secondo quanto previsto dal Fondo Monetario Internazionale.