Scenario congiunturale del commercio mondiale

Il commercio mondiale di beni ha chiuso l’anno con una crescita del 4% sui livelli pre-crisi, ma continua il rallentamento

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Le informazioni aggiornate a novembre, relative alle dichiarazioni doganali delle imprese delle principali economie mondiali, consentono di fare il punto sulla situazione congiunturale del commercio internazionale, avendo ormai una pre-stima del consuntivo 2021, accessibile attraverso il datamart Congiuntura Mondiale disponibile in ExportPlanning.
Il commercio internazionale è infatti un osservato speciale dell’attuale congiuntura internazionale, sia perché ha sin da subito permesso di evidenziare la ripartenza repentina della domanda mondiale di manufatti a seguito dello shock pandemico, sia per via del fenomeno delle supply chain disruption, che tuttora minaccia la ripresa.
Dopo un 2020 meno negativo delle attese, il 2021 si è caratterizzato per un solido e robusto recupero, soprattutto nella prima parte dell’anno, che ha successivamente ceduto il passo a un progressivo rallentamento. Complessivamente, il commercio mondiale di beni ha chiuso il 2021 con una perfomance positiva, segnando una crescita in quantità del 12% rispetto al 2020 e del 4.3% rispetto ai livelli pre-crisi.

Tuttavia, pur collocandosi su livelli superiori in quantità a quelli pre-pandemia, il commercio mondial di beni ha mostra un proseguimento del rallentamento iniziato nei mesi estivi. Come precedentemente documentato nell’articolo Decelera la crescita del commercio mondiale di manufatti, a partire da luglio, si è infatti osservato una decelerazione del ritmo di crescita degli scambi internazionali, riflesso delle disfunzioni registrate lungo le supply chains, dell’aumento dei prezzi delle materie prime e del permanere di un contesto sanitario in miglioramento, ma certamente non privo di rischi.
Il grafico che segue permette di mostrare dettagliatamente la situazione congiunturale della domanda mondiale di manufatti - misurata a prezzi costanti- mettendo a confronto i dati raccolti e sistematizzati da ExportPlanning con quelli del Central Planning Bureau, istituto che a sua volta raccoglie ed elabora le informazioni sugli scambi internazionali di beni.

Fig.1 - Commercio mondiale in quantità
(dati CPB vs dati ExportPlanning, media mobile a tre termini)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Risulta evidente come entrambi gli istituti siano coerenti nel segnalare una moderazione del ritmo di espansione della domanda mondiale di beni a partire dal mese di luglio, che è seguita a un primo semestre di forte espansione. Tale fenomeno sembra esser stato solo debolmente interrotto dal dato di novembre, che tuttavia dovrà essere confermato dalle disponibilità delle prossime informazioni. Complessivamente, infatti, l’incremento dei prezzi delle materie prime, tra cui il caro energia, le persistenti strozzature che continuano a registrarsi lungo le catene del valore internazionali e la diffusione della variante Omicron costituiscono importanti fattori di rischio.

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Particolarmente interessante risulta a questo punto l'analisi dei prezzi globali in dollari dei noli marittimi di materiale non liquido sfuso (Baltic dry index-BDI) e di container (Global container index-GCI) riportati nel grafico che segue.

Fonte: Pricepedia.

A partire dal mese di novembre 2021, è evidente come i due indicatori economici abbiano iniziato a registrare una dinamica divergente: dopo la crescita significativa registrata in tutto il 2021, per la prima volta il BDI ha invertito tale tendenza, mentre il GCI si è mantenuto, più o meno stabilmente, sui livelli di massimo storico. Data la natura di indicatore anticipatore, l'andamento del BDI si fa precursore di un possibile ridimensionamento dell'attività economica, principalmente legata al calo della domanda di materiali ferrosi da parte della Cina. Di contro, la domanda di spedizioni via container rimane ancora estremamente sostenuta. Si pensi che secondo seaexplorer, attualmente più di 565 navi risultano ancorate al largo dei porti, dato simile a quello di ottobre 2021 (571).

Nella stessa direzione vanno i segnali ricavabili dal Purchasing Managers Index manifatturiero globale, indicatore “real-time” della prestazione economica, che sintetizza le prospettive in merito ai livelli di attività industriale, sulla base delle dichiarazioni di acquisto delle imprese. Tra le principali economie mondiali solo la Cina registra un valore di poco inferiore alla soglia di espansione di 50, tuttavia i segnali di un rallentamento del ritmo di crescita risultano piuttosto diffusi.

Fig.3 - Purchasing Managers Index - Manifattura
(la linea in grigio segnala la soglia di espansione di 50)

Fonte: Pricepedia.

Particolarmente significativa risulta essere la componenete dei nuovi ordinativi esteri del Global Manufacturing PMI, che segna che per la prima volta un valore di poco inferiore a 50, passando dal valore di 51.1 registrato a dicembre al 49.9 di gennaio.
Pur a fronte di una chiusura d'anno positiva, le aspettative sul commercio mondiale per i prossimi mesi rimangono perciò più caute, ipotizzando un progressivo riassorbimento dei problemi delle catene di approvvigionamento e una graduale moderazione della domanda globale di beni nel corso del 2022.