Componentistica auto: un settore-chiave per la transizione ecologica

I dati sul commercio estero consentono di leggere la transizione ecologica dall'evoluzione degli scambi mondiali di componentistica

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Nelle agende delle economie mondiali, la “crescita verde” è certamente elencata come uno dei principali obiettivi per i prossimi vent’anni. Per adempiere a tale scopo, è essenziale definire dei progetti strategici di sviluppo sostenibile in svariati settori e aspetti della quotidianità, come l’energia, i trasporti e l’alimentazione. In particolare, la necessità di accelerare la transizione verso forme di mobilità più sostenibili è attualmente al centro degli sforzi di molti governi.

Una misura importante che ci permette di inquadrare e raccontare “in tempo reale” questo cambiamento è costituita dai dati sul commercio di componentistica per veicoli. Dopo un calo su base tendenziale nell’ordine del -11% registrato lo scorso anno, la domanda mondiale di componenti per veicoli incontra, nel primo trimestre del 2021, una crescita del +5% rispetto ai valori corrispondenti del 2019, toccando quota 201 miliardi di dollari, e confermando così il recupero, già avviato nella seconda metà del 2020, sui livelli precedenti alla pandemia.
Al fine di cogliere le possibili implicazioni della transizione ecologica sugli scambi commerciali, è opportuno analizzare il settore a distanza ravvicinata, raggruppando i prodotti in tre macro-aree: componentistica per veicoli elettrici, componentistica per veicoli tradizionali ed altra componentistica (pneumatici ed altri accessori per veicoli). Nello specifico, consideriamo le batterie ed i motori a scoppio (e a diesel) come i due beni più rappresentativi rispettivamente della prima e della seconda filiera, e che testimoniano, in modo più evidente, le differenze esistenti tra veicoli elettrici e non elettrici. I due grafici seguenti mostrano come cambia la geografia degli esportatori a seconda delle specializzazioni settoriali sopra elencate.


Fonte: Sistema Informativo ExportPlanning

Secondo i dati relativi al 2020, i paesi asiatici (Cina e Corea del Sud in primis) dominano il ranking dei principali esportatori di batterie, staccando gli altri paesi occidentali. Particolarmente positivo il posizionamento della Germania, leader europeo per la produzione di batterie per veicoli elettrici, e della Polonia.
Se gli Stati Uniti arrancano in fondo alla classifica delle batterie, avendo perso quote di mercato negli ultimi anni (dal 8% nel 2016 al 4% nello scorso anno), salgono sul podio come secondi esportatori di motori a scoppio, preceduti solamente dalla Germania.
Presentandosi come principale esportatore di componenti per veicoli “tradizionali”, il blocco occidentale risulta quindi più esposto alle attuali flessioni accusate dal settore.

Per comprendere meglio le dinamiche di commercio che interessano il comparto della componentistica, può essere particolarmente utile analizzare l’evoluzione delle esportazioni nel tempo. Dal grafico seguente, che illustra l’andamento dell’export delle tre categorie negli ultimi anni (fissando a 100 il valore delle esportazioni del primo trimestre del 2017), si evince che il commercio di batterie ha sperimentato un trend di crescita pressoché costante, a differenza dei motori a scoppio e dell’altra componentistica, rispecchiando una progressiva propensione delle imprese e dei consumatori verso la mobilità elettrica. Infatti, le batterie stanno gradualmente riducendo la distanza che le separa dai motori a scoppio: le esportazioni sono passate dai 31 miliardi di dollari del 2011 ai 67 miliardi del 2020, a fronte di un valore di 89 miliardi di dollari per i motori a scoppio.
Un ulteriore elemento di differenziazione è portato dallo crisi pandemica: mentre le esportazioni di altra componentistica e di motori a scoppio incontrano un brusco calo in occasione dell’emergenza sanitaria (complessivamente del -13% e -16% rispetto ai valori 2019), quelle di batterie hanno registrato un aumento del +20%, a prova della notevole resilienza della componentistica per veicoli elettrici.


Fonte: Sistema Informativo ExportPlanning

A fronte della performance delle batterie, è importante porre in rilievo il commercio di questa tipologia di beni, scomponendo la categoria nei diversi prodotti che la compongono.
Come mostrato nel grafico, il gruppo relativo agli accumulatori al litio ha incontrato, in termini tendenziali, i ritmi di crescita più sostenuti, toccando un picco nel quarto trimestre del 2020 e registrando un lieve decremento nei primi mesi di quest’anno (nel 2021-Q1, l’export degli accumulatori al litio si è attestato intorno ai 13.7 miliardi di dollari). La seconda categoria più significativa, in termini di quantità esportate, è costituita dagli accumulatori al piombo per motori di avviamento, le cui vendite sono rimaste più o meno stabili nel corso degli anni, passando dai 7 miliardi del 2011 ai 9 del 2020. Inoltre, è opportuno sottolineare il recupero degli altri accumulatori elettrici al piombo, che riporta, per il secondo trimestre consecutivo, tassi di crescita positivi (+11% nel 2021-Q1).


Fonte: Sistema Informativo ExportPlanning

Per attuare una concreta “rivoluzione della mobilità” occorre che l’intero comparto automotive sia messo al centro di una articolata transizione produttiva. In quest’ottica, il monitoraggio degli scambi di componenti, sia per veicoli elettrici che per veicoli tradizionali, permette alle imprese di leggere la transizione in tempo reale.